Nel 2006 il GACom ha partecipato alla conferenza “Le origini della nostra comunità cristiana”, presso la sala San Carlo a Mariano Comense.
Si è trattato di un incontro in cui si è analizzato lo sviluppo dall’antica città romana alla prima comunità di epoca cristiana e dei personaggi che l’hanno caratterizzata, con un particolare accento posto ai recenti rinvenimenti avvenuti presso il Battistero di San Giovanni, accanto alla chiesa prepositurale di S. Stefano Protomartire.
Il nostro intervento è stato possibile grazie all’aiuto dell’archeologo Paul Blockley che ci ha messo a disposizione il materiale pubblicato a seguito dello scavo.
Il Battistero di S. Giovanni Battista è posto accanto alla chiesa prepositurale di S. Stefano Protomartire, nota da documenti risalenti all’XI secolo d.C. Gli scavi effettuati hanno evidenziato quattro fasi storiche in cui sono avvenute trasformazioni nella struttura, che alcuni ritengono costruita sopra un più antico tempio pagano, ipotesi forse confermata dalla prima fase di epoca tardo romana di cui restano poche tracce e a cui potrebbe appartenere un’ara oggi situata presso un vicino giardinetto.
La seconda fase, di epoca altomedievale, è caratterizzata dalla presenza di alcune sepolture e da altre tracce di un edificio che si sovrapposto al più antico.
Durante la terza fase, romanica, sono stati smontati gli edifici preesistenti, anche per recuperarne i materiali per il reimpiego, per poi costruire il battistero nella pianta quadrilobata, ancora oggi visibile. In questo periodo viene realizzata la vasca del fonte battesimale e due ingressi, uno a nord in direzione della chiesa ed uno a ovest.
Nella quarta fase, postmedievale-rinascimentale, viene realizzato un nuovo ingresso sul lato est, con la conseguente chiusura dei due precedenti, nello stesso periodo in cui fu capovolta anche la prima chiesa di S. Stefano. Fu distrutto il precedente altare, nel 1574, con il ritrovamento ed il trasferimento nell’altare maggiore di S. Stefano di una capsella di cui si parlerà più avanti. Nel ‘600 furono anche altre due sepolture, in particolare una di donna con accanto un bambino a lei accostato in posizione fetale. Sempre nel ‘600, davanti al suo ingresso fu realizzato un protiro neoclassico, ancora oggi visibile.
La capsella liturgica, rinvenuta nel ‘500, è una piccola urna di pietra a forma di sarcofago e contiene piccoli frammenti di avorio con resti di tessuto purpureo e lamine metalliche frammentarie (resti di una più antica capsella. Non si conosce la natura delle antiche reliquie qui custodite. Le lamine riportano soggetti realizzati a rilievo, rappresentanti una baccante con un cesto pieno di grappoli d’uva, una danzatrice, un giovane alato. Tutti i soggetti, nudi, hanno in una mano un pesce ed un uccello nell’altra e sono tra loro separati da un motivo con viticci e grappoli d’uva. Si tratterebbe di un manufatto realizzato prima del V secolo d.C., con iconografia di tipo pagano, ripresa in ambito cristiano per la presenza della vite. Sono quindi rappresentazioni estranee alla mentalità cristiana, che dimostrano il momento del passaggio dal paganesimo al cristianesimo da parte di pagani convertiti, che utilizzano ancora elementi ornamentali appartenenti alla loro precedente fede nell’ambito della liturgia, in un ambiente in cui il cristianesimo non è ancora fortemente consolidato. In caso contrario le raffigurazioni della capsella sarebbero state sicuramente poco tollerate.
Per ulteriori approfondimenti:
Corbetta M. – Martegani A. “L’Alto Medioevo” in Storia di Mariano Comense, I, 1999.
Blockley P. – Simone Zopfi L. “Lo scavo del Battistero di S. Giovanni Battista” in Storia di Mariano Comense, II, 2004.
Sannazzaro M. “Nuove indagini sulle capselle di Mariano” in Storia di Mariano Comense, II, 2004.